Distillerie Inga & Co – Serravalle Scrivia (AL)

Inga Gambarotta

Distillerie Inga & Co. – Via Garibaldi 10, 150069 Serravalle Scrivia (AL).

La famiglia Inga, originaria della provincia di Siracusa, ha fondato, nel 1832, la Gambarotta.
Nel 1938 Gaetano Inga, dopo aver trasferito l’azienda nell’alessandrino, ne cambiò la ragione sociale in “Distillerie Inga” che, nel 1958, tornò a chiamarsi Gambarotta.
Nel 1978 la società si divise in due parti: Gambarotta e Distillerie Inga.
Queste ultime producevano fino a poco tempo fa grappa, brandy e liquori.
La distillazione avveniva sia con alambicchi tradizionali in rame, a vapore, sia con un impianto a ciclo continuo a vapore diretto.
Le vinacce provenivano prevalentemente dal Piemonte e dall’Oltrepo Pavese.
La ditta ha subito un lento declino e oggi è sotto sequestro.

La distilleria è rimasta attiva fino a marzo 2008 e da un primo contatto telefonico è stato appurato che i lavoratori attivi in fabbrica erano ancora tre.
Gli operai erano disponibili a rilasciare un’intervista, precisando che la fabbrica conservava un vasto materiale relativo alla sua storia.
Purtroppo, il mese successivo, non è stato possibile iniziare la ricerca, a causa del sequestro dell’immobile.

In data 6 marzo 2008 i quotidiani locali hanno riportato la notizia del crollo di un muro adiacente all’autostrada A7 in prossimità di Serravalle Scrivia.
La squadra di distaccamento di Novi Ligure ha abbattuto la parte pericolante del retro della distilleria, già parzialmente crollata nella nottata precedente a causa delle forti raffiche di vento.
La ditta, poche settimane prima del crollo, era già stata posta sotto sequestro su disposizione del Procuratore della Repubblica di Alessandria, dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Comando dei Vigili del Fuoco per gravi inadempienze alla normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Tuttavia, ai fini di un’indagine di carattere archelogico, è importante precisare e analizzare il cattivo stato di conservazione dell’immobilie, che ha portato al crollo del muro posteriore.
Anche la sezione anteriore, come documentato dalla campagna fotografica presenta uno stato di degrado avanzato, che – considerando l’importanza del complesso – necessiterebbe di un intervento di restauro complessivo.
Dalla telefonata effettuata dopo il sequestro, non è chiaro se l’attività sia cessata del tutto o solo sospesa.

Testo di Sonia Traversa, foto di Marco Balostro

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